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Quella del 2018 potrebbe essere una di quelle estati torride che, come quella del 2003, rimangono impresse nella memoria. L’allarme viene da due studi pubblicati su Nature dai ricercatori guidati da Levke Caesar, del tedesco Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) e da David Thornalley, dell'University College London.
Dai risultati emerge che la corrente atlantica, che ridistribuisce l'acqua fredda verso Sud e quella calda verso Nord, si è indebolita negli ultimi 150 anni di circa il 15-20 per cento, e il fenomeno potrebbe far aumentare le ondate di calore in Europa e il livello dell'oceano sulla costa orientale degli Stati Uniti.
"Il fenomeno osservato - ha detto Dino Zardi, insegnante di Fisica dell'atmosfera e del clima all'Università di Trento - è come una spia che si accede sul pannello di guida. Ci dice: attenzione, c'è qualcosa che non sta andando come al solito, ma c'è bisogno di approfondimenti per capire se abbiamo davvero un'inversione di tendenza o se invece l'indebolimento della corrente potrebbe regredire".
Secondo le ricerche, la corrente, chiamata “Capovolgimento meridionale della circolazione atlantica”, non è mai stata così debole negli ultimi 1.600 anni. E' stato possibile stabilirlo analizzando la dimensione dei grani dei sedimenti depositati sul fondale dalla corrente e le temperature della superficie dell'Atlantico.
In base a questi dati, l'indebolimento ha avuto inizio alla fine della Piccola Era Glaciale, terminata verso la metà dell'800. In quell'epoca il Nord Atlantico ha iniziato a riscaldarsi sciogliendo parte della Groenlandia e del ghiaccio artico e formando un immenso rubinetto di acqua dolce affluita nell'Atlantico. Questo ha diluito la superficie dell'acqua, rendendola più leggera e meno in grado di affondare, rallentando così il meccanismo della corrente.
Se il fenomeno dovesse andare avanti, a causa del riscaldamento climatico potrebbero esserci conseguenze anche per il Vecchio Continente. La corrente infatti ha un impatto sull'atmosfera: a causa del suo indebolimento, l'aria calda del Sud si convoglierebbe verso l'Europa, e questo farebbe aumentare l'arrivo di tempeste atlantiche e delle ondate di calore estive. Secondo Zardi è comunque difficile trarre conclusioni specifiche: "Questi fenomeni climatici sono molto complessi e coinvolgono più fattori".
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